Il Barcellona vince un Clásico da antologia e si avvicina al titolo della Liga. A Montjuïc, i blaugrana firmano una rimonta mozzafiato contro il Real Madrid, imponendosi per 4-3 al termine di una sfida ricca di emozioni, colpi di scena e polemiche. Per la squadra di Flick è la seconda partita consecutiva con sette gol sul tabellino: se a San Siro erano stati i nerazzurri dell’Inter a esultare, questa volta è il Barça a far festa.
Sconfitta amarissima per Carlo Ancelotti, alla sua ultima stracittadina spagnola prima del passaggio alla panchina del Brasile. Con questo ko, il tecnico di Reggiolo chiude la sua esperienza madridista nei Clásicos con quattro sconfitte su quattro in stagione e un passivo complessivo di 16 reti subite contro il Barça. A tre giornate dal termine, il distacco in classifica sale a sette punti: se il Real non vince contro il Maiorca mercoledì, il Barcellona potrà festeggiare già giovedì battendo l’Espanyol nel derby catalano.
La partita inizia nel peggiore dei modi per i padroni di casa: Mbappé segna due volte nei primi 14 minuti, prima su rigore – causato da un’uscita scomposta di Szczesny – e poi con un tocco preciso servito da Vinicius. Il Barcellona, però, reagisce con veemenza e nel giro di 26 minuti ribalta tutto. Eric García accorcia di testa su corner, Lamine Yamal pareggia con una magia a giro, Raphinha trova il vantaggio su assist di Pedri e Ferran Torres chiude il primo tempo con il poker dopo un’azione da manuale.
Nella ripresa il ritmo cala, ma non mancano le occasioni: Courtois salva due volte su Lamine Yamal e Ferran, mentre Vinicius fornisce a Mbappé l’assist del 4-3, che completa la sua tripletta personale. Nel finale il Real sfiora il pareggio in più occasioni – con un gol annullato per fuorigioco e un’altra chance sciupata dal giovane Muñoz – ma il Barcellona resiste e porta a casa tre punti pesantissimi.
Flick può guardare con orgoglio al lavoro svolto: 167 gol stagionali, 11 rimonte, una squadra spettacolare che fa della verticalità e del talento giovanile le sue armi migliori. La Liga, ora, è praticamente in cassaforte.