Lazio ritrova grinta e sogni Champions, Roma-Juve finisce in equilibrio tra errori e tensione

Redazione Fonbet
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06 Apr - 23:52 • Tempo di lettura2' min

Isaksen regala tre punti ai biancocelesti a Bergamo, mentre all’Olimpico il big match finisce 1-1 in un duello più tattico che spettacolare

In una giornata di Serie A che ha detto molto sullo stato attuale delle big, la Lazio torna con il sorriso da Bergamo, mentre tra Roma e Juventus esce un pareggio che fotografa fedelmente i limiti e le ambizioni ridimensionate di entrambe.

A Bergamo, la Lazio riscatta un periodo grigio con una vittoria fondamentale per rilanciarsi nella corsa alla zona Champions. La squadra di Baroni, attenta e cinica, sfrutta al meglio un secondo tempo più vivace del primo, segnato solo dall’infortunio muscolare di Nuno Tavares. La rete decisiva arriva con Isaksen, bravo a concretizzare un assist di Dele-Bashiru dopo un duello vinto in area. Per l’Atalanta, invece, è un’altra frenata che pesa: la squadra di Gasperini, opaca e poco lucida, ha visto spegnersi le residue ambizioni di vertice, e ora deve guardarsi le spalle per restare in Europa. Curioso siparietto nel secondo tempo: un malinteso sul nome ha portato al cambio sbagliato, con Lookman richiamato in panchina al posto di Ederson. Un errore che ha fatto infuriare il tecnico nerazzurro e simboleggia la confusione del momento atalantino.

A Roma, invece, il big match dell’Olimpico finisce 1-1 in una gara più nervosa che spettacolare. La Juve parte meglio e passa con una bella giocata di Locatelli, servito da McKennie dopo un'azione avvolgente. I bianconeri sembrano in controllo, sfruttano il pressing alto e costringono la Roma nella propria metà campo. Ma nella ripresa la squadra di Ranieri reagisce con esperienza e, grazie a una maggiore solidità a centrocampo, trova il pareggio con Shomurodov, lesto a ribadire in rete una respinta di Di Gregorio su colpo di testa di Ndicka.

La partita, equilibrata anche nei legni colpiti da Nico Gonzalez e El Shaarawy, si spegne nel finale tra scintille a centrocampo – in particolare tra Thuram e Koné – e pochi veri pericoli. Entrambe le squadre hanno mostrato segnali di identità, ma anche limiti strutturali. La Lazio, invece, ha ritrovato concretezza e può sognare. Per Atalanta, Roma e Juve, il cammino è ancora tutto da costruire.