Che qualcosa non stia andando per il verso giusto è anche superfluo dirlo. Il Manchester City di Pep Guardiola non gira più come una volta. Le certezze di un gioco riconoscibilissimo e di una produzione offensiva senza eguali si sono via via sciolte come neve al sole. I recenti numeri parlano chiaro: 9 sconfitte nelle ultime dodici partite in tutte le competizioni, di cui 5 di fila tra il 30 ottobre e il 23 novembre.
In Premier i Citizens hanno incassato sei ko nelle ultime otto gare giocate. Sono quasi due mesi di vera e propria crisi. Il City ha fallito quasi tutti gli scontri diretti recenti (Tottenham, Liverpool e il derby con il Manchester United in campionato, Sporting Lisbona e Juventus in Champions con il clamoroso pareggio in rimonta del Feyenoord per 3-3). La vittoria per 3-0 contro il Nottingham Forest all'Etihad Stadium si è rivelato solamente un timido risveglio, con Haaland e compagni che non hanno più esultato per una vittoria nelle ultime quattro uscite. L'ultimo ko è arrivato in trasferta contro l'Aston Villa di Unai Emery. Vittoria per i Villans con tanto di sorpasso in classifica proprio sul Manchester City in totale caduta libera.
Adesso i Citizens occupano la settima posizione a quota 27 punti, frutto di 8 vittorie, 3 pareggi e 6 sconfitte. La formazione di Guardiola non ha nemmeno numeri confortanti dal punto di vista delle reti fatte e subite. Sono 29 i gol segnati, 25 quelli al passivo. Numeri nettamente lontani dalle squadre in testa al campionato, Liverpool (37 gol fatti, 16 subiti), Chelsea (37 gol fatti, 19 subiti) e Arsenal (34 gol fatti, 16 al passivo).
Il Manchester City, che ha alzato il trofeo della Premier cinque volte nelle ultime sei annate, si ritrova adesso fuori dalle prime 5 in campionato. La vetta della classifica, occupata dal Liverpool di Arne Slot, dista già 12 punti, con i Reds che devono recuperare per di più il derby del Merseyside contro l'Everton. Il quarto posto del Nottingham Forest è lontano 4 punti. Un netto calo di rendimento quello del City, al netto delle assenze pesanti per infortunio (vedi il lungodegente Rodri e ora Ruben Dias, out per altre tre o quattro settimane).
E poi non si può non toccare l'argomento Haaland. Il bomber norvegese sembra quasi l'ombra di se stesso. Lontanissimo dai numeri della passata stagione chiusa con 38 gol, l'ex Borussia Dortmund appare molto spesso isolato, incapace di essere l'arma letale che è stata fino a poco tempo fa. Insomma, la poca incisività di Haaland si riflette con l'andamento deludente di tutta la squadra. Nonostante le sorprendenti difficoltà riscontrate da novembre a questa parte, Guardiola è rimasto fermo nel predicare calma e nel ribadire massima fiducia nella sua squadra.